Scie - Giornalino degli studenti di Scienze dell'Educazione - Università degli Studi di Milano Bicocca
INTRODUZIONE (maggio 2000)

Scie nel mare

Viandante, son le tue orme
la via, e nulla pi�;
viandante, non c�� via,
la via si fa con l�andare.
Con l�andare si fa la via
e nel voltare indietro la vista
si vede il sentiero che mai
si torner� a calcare.
Viandante, non c�� via
ma scie nel mare.

Antonio Machado

Il pesce-studente è razza molto diffusa qui alla Bicocca, non tanto per la sua nota inclinazione ad abboccare alle notizie campate per aria (che questa zona offre in abbondanza), bensì per la sua spiccata attitudine a GALLEGGIARE. Da queste parti infatti questo stupendo animale trova enormi spazi in cui fluttuare invano senza punti di riferimento, fra piani e corridoi apparentemente indistinguibili. Il pesce-studente detesta avere informazioni indispensabili per il proprio presente e il proprio futuro, odia la chiarezza e preferisce farsi guidare da figure indistinte, luci, cartelli e bacheche che occasionalmente emergono dallo sfondo indistinto del mare.

La visibilità in questo ambiente è scarsissima, e i rapporti sociali (sia quelli di conoscenza che quelli di occasionale aiuto reciproco) sono affidati alla contingenza: il pesce-studente galleggiando viene dolcemente sospinto dalle correnti fino ad incontrare improvvisamente il faccione vacuo di alcuni suoi simili, con cui riesce spesso a formare piccoli branchi di supporto, scambio di idee e a volte amicizia. La maggior parte delle volte, però, ancora e ancora le correnti soffiano via il nostro pinnuto amico, scompongono dolcemente i branchi, ne formano altri poco lontano.

Il percorso universitario di ogni pesce-studente tutto sommato è vario, interessante, pieno di spunti e di rapporti fecondi. Peccato che le sue esperienze e i suoi pensieri siano affidati alla marea e non abbiano un luogo in cui emergere. Ed è un peccato che lo studente non abbia la possibilità di elevarsi un po� dal proprio percorso verso la superficie, e di vedere quelli di molti altri, alcuni paralleli al proprio, altri molto diversi.

Ringraziandovi infinitamente per la fiducia che ci avete accordato, diamo a tutti voi il benvenuto in questo esperimento, un giornalino che nasce principalmente con due obiettivi:

  1. È innegabile: qui alla Bicocca le traiettorie degli studenti di Scienze dell�Educazione sono isolate, non hanno visibilità reciproca.

    • Innanzitutto è evidente dal fatto che le comunicazioni non passano. Tutto è affidato alla pazienza e alla buona volontà dei singoli studenti e alla fortuna. Quanto spreco di energie e di tempo!
    • Le esperienze non si condividono: non c�è modo di farle interagire con quelle degli altri perché siano di aiuto le une per le altre!
    • Non ci sono occasioni di confronto di idee e riflessioni: in una Facoltà che si occupa di eventi formativi non c�è modo di costruire un dialogo su quello di cui siamo protagonisti! Questa è più che mai una grave mancanza in un momento in cui la riforma dell�università italiana cambierà la nostra fisionomia.

    Il giornalino che avete in mano vuole essere come la superficie del mare, dove i movimenti "subacquei" possono divenire schiuma, i percorsi possono trasformarsi in SCIE!

  2. Questo giornalino potrebbe, con un po� di spirito pragmatico, diventare anche una specie di bacheca di utilità pratica, a disposizione di chiunque voglia comunicare con i futuri pedagogisti (educatori, formatori, insegnanti e quant�altro) qui all�Università di Milano-Bicocca.

Tutto questo senza assolutamente voler contrastare la fluidità e la libertà che contraddistinguono e arricchiscono la vita universitaria. Anzi: volutamente l�organizzazione di Scie ha preso la forma di un coordinamento di contributi, e non di una redazione.

Questa vuole essere una superficie, a disposizione delle scie di tutti. Esiste nel momento in cui ci sono percorsi che le si avvicinano ed emergono fra i flutti. Esisterà se qualcuno se ne prenderà cura e le darà attenzione: la schiuma è labile, spumeggia e subito si dissolve nell�acqua. Osservate queste scie intrecciarsi e cercate di scorgervi delle figure. Quello che vivete e pensate merita di apparire, di essere percepito per un istante prima che lo sguardo si volga al futuro.